#Il Segreto di Helena
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Il Segreto di Helena: Un’intensa storia di amore e segreti nella splendida isola di Cipro. Recensione di Alessandria today
Lucinda Riley ci regala una nuova emozionante saga familiare, tra passato e presente, in uno scenario incantevole e ricco di mistero.
Lucinda Riley ci regala una nuova emozionante saga familiare, tra passato e presente, in uno scenario incantevole e ricco di mistero. Recensione: Con “Il Segreto di Helena”, Lucinda Riley ci trasporta nelle atmosfere calde e avvolgenti di Cipro, dove si dipana una storia che intreccia mistero, amore e segreti che riaffiorano dal passato. La protagonista, Helena, ritorna alla villa di famiglia,…
#amore e segreti#Cipro#Colpi di scena#drammi familiari#emozioni e mistero#Il Segreto di Helena#Le Sette Sorelle#legami familiari#letteratura anglo-irlandese#letture coinvolgenti#Lucinda Riley#misteri familiari#narrativa contemporanea#narrativa d’amore#narrativa femminile#narrativa internazionale#Recensione libro#relazioni madre-figlio#romanzi ambientati a Cipro#romanzi d’intrigo.#romanzi di Lucinda Riley#romanzi sentimentali#romanzo avvincente#romanzo d’evasione#romanzo emozionante#romanzo generazionale#Romanzo storico#saghe familiari#segreti dal passato#segreti mai svelati
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“Spaventoso”. Grande Fratello, Helena svela il segreto di Lorenzo a Calvani. “Altro che flirt”, il terribile sospetto
[[{“value”:” “Non è solo un flirt”. Grande Fratello, il segreto tra Helena e Lorenzo continua a far discutere, ma secondo recenti dichiarazioni, non ci sarebbe una storia d’amore tra avvenuta prima del Gf, tra Lorenzo Spolverato ed Helena Prestes. Proprio così, sembrerebbe esserci qualcosa di molto più grosso in ballo e lo testimonierebbe il fatto che ogni volta che se ne parla, la regia stacca.…
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Il dottor Lucas Jones, MD, è un personaggio immaginario della popolare soap opera della ABC General Hospital. È il figlio biologico del boss della mafia, Julian Jerome e il defunto, Cheryl Stansbury e il figlio adottivo del defunto, il dottor Tony Jones e l'infermiera Bobbie Spencer.
Il ruolo di Lucas è stato interpretato da numerosi attori, tra cui CJ Thomason, che ha lasciato il ruolo nel 2003, Ryan Carnes, che ha lasciato il ruolo nel 2005, ma è tornato nel 2014 e da allora ha interpretato Lucas e Ben Hogestyn, che ha lasciato il ruolo nel 2006.
Informazioni utili su Lucas Jones
Figlio biologico del mafioso Julian Jerome e Cheryl Stansbury.
Comprato da una disperata Bobbie Spencer quando la sua adozione è fallita.
In origine si pensava fosse il figlio biologico di Robert Scorpio.
Fu restituito alla madre Cheryl, ma quando lei morì in un incidente d'auto, fu accolto dalla sorella Tiffany Hill e dal marito Sean Donnelly.
Fu adottato da Bobbie e Tony Jones dopo la lettura del testamento di Cheryl.
Gli fu diagnosticato il diabete giovanile.
Drogata da Helena Cassadine per ricattare Tony Jones.
Aveva un deficit di apprendimento.
Aveva una cotta per il cugino adottivo Maxie Jones, mentre allo stesso tempo sua sorella Georgie Jones aveva una cotta per lui.
Si è dichiarato gay nel 2006.
Si è trasferito a Seattle dopo la morte di Tony.
Ha saputo che il suo padre biologico Julian era davvero vivo quando è tornato a Port Charles nel 2014.
Era sessualmente coinvolto con Brad Cooper.
Chi ha interpretato Lucas Jones nel corso degli anni?
Matt Trudeau (2020-in corso)
Ryan Carnes (8 luglio 2004 - 21 settembre 2005; 17 gennaio 2014 -2020)
Ben Hogestyn (22 settembre 2005 - 19 giugno 2006)
C.J. Thomason (2002 - 2003)
J. Evan Bonifant (2002)
Logan O'Brien (1998 - 2002)
Justin Cooper (1996 - 1998)
Jay Sacane (1994 - 1996)
Kevin e Christopher Graves (1990)
Kevin e Chuckie Gravino (1989 - 1994)
Storia passata
Lucas è nato da Cheryl Stansbury. Le è stato detto che era nato morto quando è stato realmente venduto a Bobbie Spencer dopo un'adozione che lei stava progettando è crollata ed era alla disperata ricerca di un bambino.
Cheryl cominciò a vedere se stessa nel piccolo Lucas, così come Robert Scorpio, l'uomo che pensava fosse il padre del suo bambino morto. Bobbie iniziò a indagare sul passato di Lucas dopo che gli fu diagnosticato il diabete giovanile, e scoprì che era davvero il figlio di Cheryl. Allo stesso tempo, Cheryl cominciò a dubitare che suo figlio fosse davvero morto alla nascita e assunse Robert per scoprire la verità. Cheryl portò Robert a credere che il mafioso Julian Jerome fosse il padre del bambino. Naturalmente, pensava che fosse una bugia quando in realtà era la verità.
Robert scoprì che Lucas era il figlio di Cheryl e riuscì a impedire a Bobbie di lasciare la città con Lucas. Robert ha restituito Lucas a Cheryl. Lei ha detto a Robert che era il padre del bambino, ma un test del DNA ha detto il contrario.
Dopo che Cheryl morì in un incidente d'auto, sua sorella Tiffany Hill e suo marito Sean Donnelly tornarono a Port Charles per prendersi cura di Lucas, ma Cheryl lasciò il bambino a Bobbie e Tony, scioccati ma euforici, nel suo testamento. Tiffany ha fatto di tutto per ottenere la custodia di Lucas, anche rivelando il passato di prostituta di Bobbie durante un'udienza per la custodia. Sean si rifiutò di testimoniare a causa del suo disgusto per le tattiche di Tiffany. Bobbie e Tony sono stati lasciati per crescere Lucas, ma alla fine hanno divorziato nel 1996.
Nel 2001, Lucas fu avvelenato da Lucky Spencer all'offerta di Helena Cassadine per controllare Tony. Tony accettò di fare qualsiasi cosa Helena chiedesse in cambio di una cura per Lucas. Tony scoprì che Helena teneva suo figlio Stavros criogenicamente congelato in un laboratorio segreto sotto l'ospedale. Tony si rivolse a Luke Spencer per chiedere aiuto e riuscì a ottenere la cura di Lucas.
Dopo qualche disavventura con i suoi cugini adottivi Maxie e Georgie Jones, Lucas è uscito nel 2006. Tony accettò prontamente Lucas, ma morì qualche mese dopo, il che devastò Lucas. Poco dopo si trasferì a Seattle e Bobbie lo seguì.
Bobbie tornò a Port Charles quando sua figlia Carly Jacks scomparve. Tornata in città, scoprì che il padre mafioso di Lucas, il bio-papa mafioso Julian, era ancora vivo. Cercò di nasconderlo a Lucas, ma Julian aveva saputo di Lucas e aveva intenzione di incontrare suo figlio. Lucas tornò a Port Charles per dare sostegno a Bobbie e rimase scioccata nell'apprendere di Julian. Andò a The Floating Rib per un drink dove incontrò Brad Cooper. I due commissari sono stati adottati da famiglie di mafiosi. I due hanno avuto un'avventura di una notte. Lucas voleva di più, ma Brad gli disse che era interessato a un altro uomo, Felix DuBois.
Quando Felix ruppe un appuntamento con Brad, Brad andò a bere qualcosa con Lucas e finirono di nuovo a letto.
Lucas è andato a visitare la tomba di Tony Jones nell'anniversario della sua morte e si è imbattuto in Julian. La loro relazione era già tesa e quando Lucas ha detto a Julian che era gay, non ha reagito bene. Julian pensò che se fosse stato nella vita di Lucas, Lucas avrebbe potuto essere etero.
Flirt e relazioni
Brad Cooper (amante)
Guy Tucker (datato)
Brook Lynn Ashton (baciato)
Georgianna "Georgie" Jones (baciata)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (baciata)
Parenti
Cheryl Stansbury (madre biologica, deceduta)
Julian Jerome (padre biologico)
Tony Jones (padre adottivo, deceduto)
Barbara Jean "Bobbie" Spencer (madre adottiva)
Barbara Jean "B.J." B.J. Jones (sorella adottiva, defunta)
Samantha McCall Morgan (sorella biologica)
Carly Corinthos Jacks (sorella biologica)
Victor Jerome (nonno biologico, deceduto)
Lena Spencer (nonna adottiva)
Tim Spencer (nonno adottivo)
Tiffany Hill (zia biologica)
Ava Jerome (zia biologica)
Evan Jerome Jr. (cugino biologico)
Katherine "Kiki" Jerome Corinthos (cugino biologico)
Frisco Jones (zio adottivo)
Luke Spencer (zio adottivo)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (cugina adottiva)
Georgianna "Georgie" Jones (cugina adottiva, defunta)
Lucky Spencer (cugino adottivo)
Lesley Lu "Lulu" Spencer (cugino adottivo)
Morgan Stone Cornithos (nipote adottivo)
Michael Cornithos III (nipote adottivo)
Daniel Edward Morgan (nipote biologico)
Il ritorno dell'Origine del male GDR:
Nell'altro mondo parallelo, il dottor Lucas Jones è fidanzato ufficialmente con Abraham Dahan lasciando così New York e a vivere con lui in Israele a Nazareth lavorando come medico lì e non più a New York.
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- Scomparsa - cap. 8
“La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce.” FRIDA KAHLO
Benchè fosse poco distante dal borgo antico di Forgotten Hollow, dove il sole aveva fatto la sua comparsa dopo giorni di oscurità, nella cittadina costiera di Brindleton Bay era ricominciato a nevicare debolmente. A Tiamaranta's Fortress erano già tutti svegli da ore, intenti a svolgere le normali mansioni quotidiane. Cassandra se ne stava chiusa nel piccolo studio adiacente la grande sala del trono, intenta a visionare carte antiche reperite in vecchi tomi polverosi. Cercava qualcosa che potesse indebolire il conte e fermare quella guerra tra umani e vampiri, ma nonostante gli sforzi non riusciva a trovare nulla di importante. Negli scritti erano riportati i vari massacri compiuti dal vampiro nel corso dei secoli, di come aveva razziato interi villaggi e sterminato le popolazioni locali, ma nessuno faceva accenno a qualche arma segreta o punto debole che potesse tornare utile. Venivano menzionate le cacciatrici che si erano susseguite nel tempo, di come egli le aveva uccise una dopo l'altra, con sempre maggior ferocia. Comparivano anche le sue succubi, due giovani donne aristocratiche che si erano fatte ammaliare dal fascino irresistibile del conte, finendo dapprima come sue concubine per poi essere vampirizzate per loro esplicita richiesta, o almeno così era stato riportato. Ma Cassandra sapeva che il vampiro aveva doti ipnotiche e pensò che quelle due povere sventurate fossero state solo il frutto di quel gioco perverso.
Trascorse due ore chiusa nella stanza, la testa china sulle carte e un dolore cervicale che iniziava a farsi spazio trai muscoli. Sbuffò mestamente e chiamò a raccolta i membri dell'Organizzazione. Si presentarono tutti, tranne Amelia, che si era allontanata alla ricerca delle sue solite erbe magiche per mantenere attivi gli incantesimi di protezione. "Amelia è di nuovo in cerca di erbe strane e puzzolenti?" domandò quando il piccolo gruppo si accomodò nella stanza. "E' uscita di buon'ora. Probabilmente è già sulla via del ritorno" rispose Jo prendendo posto a sedere su una delle poltrone color porpora davanti al camino. "Va bene" mormorò Cassandra "Dunque vi ho chiamato per..." ma si interruppe, notando l'assenza di altri due membri. "Dove sono il comandante e la cacciatrice? Qualcuno li ha visti?" "No, da quando Cullen ha accompagnato Helena al suo appartamento. Forse devono ancora rientrare dalla caccia" annunciò Leliana, benchè una nota di preoccupazione le imbrunì l'espressione. "O magari sono impegnati a fare altro" dichiarò Dorian sorridente e raggiante come se avesse appena vinto un premio. "Devo ribadirti il concetto di non fare pettegolezzi qui dentro, Dorian?" tuonò Cassandra adirata dal comportamento del mago. "Perchè vi ostinate a non voler ammettere che tra quei due c'è qualcosa?" proseguì Dorian, deciso a prendersi il merito. "Anche se fosse, caro Dorian, non sono affari che ci riguardano" tagliò corto Cassandra, ammettendo silenziosamente che il mago aveva ragione. Lei stessa aveva notato gli sguardi che i due si lanciavano quando erano nella stessa stanza, o si incrociavano casualmente per i corridoi, ma non avrebbe mai dato la soddisfazione a Dorian. Terminata la piccola parentesi sugli affari privati del comandante e della cacciatrice, Cassandra tornò ad interrogarsi sul motivo per il quale i due non si erano ancora visti, ma si augurava che fossero sani e salvi, dando maggior vigore alle supposizioni del giovane mago.
Terminata la piccola riunione per decidere le prossime mosse nella lotta quotidiana, Cassandra congedò il gruppo, non prima di aver fatto esplicita richiesta di avvertirla nel caso in cui Cullen ed Helena si fossero fatti vedere all'interno della fortezza. Richiusa la porta della stanza, la donna tornò a consultare le carte mentre sorseggiava una fumante tazza di caffè. Concentrata sulle sue ricerche non si accorse della porta che si apriva sbattendo e del passo trafelato del comandante che avanzava verso di lei, rosso in volto e sconvolto. "Cassandra" chiamò quasi senza fiato per la grande corsa. "Cullen che succede?" domandò la donna alla vista dell'uomo che riusciva a malapena a respirare. "Helena è qui?" chiese portandosi una mano sul petto dove il cuore gli martellava contro le costole. "No, pensavo fosse con te" rispose Cassandra iniziando a preoccuparsi anch'ella. Ripreso un pò di fiato, Cullen raccontò alla donna quello che era accaduto da quando avevano lasciato Tiamaranta's Fortress il pomeriggio prima, escludendo i dettagli del loro incontro amoroso.
"Ho trovato il suo ciondolo nella neve, poco prima dell'alba. Non so dove sia, non so cosa le sia successo. E' tutta colpa mia" e dalla rabbia scagliò contro il muro un contenitore in legno che andò in pezzi. "Cullen vedrai che la troveremo" cercò di rassicurarlo Cassandra. "E' colpa mia. Avevo promesso di proteggerla e invece mi sono addormentato dopo che..." e si interruppe, volendo a tutti i costi tenere quel loro piccolo segreto. "Dopo che cosa?" incalzò Cassandra, benchè temesse di conoscere già la risposta. Ma Cullen non rispose, lasciando che la donna interpretasse quel suo silenzio. "Te ne sei innamorato..." asserì Cassandra e anche stavolta la totale assenza di parole da parte di Cullen le fece intendere la risposta.
Salito nella sua camera da letto, Cullen chiuse la pesante porta in legno e si sedette sul bordo del letto, quello stesso talamo che solo poche ore prima aveva condiviso con quella ragazza che si era presa cura di lui. "Dove sei..." sussurrò, la testa tra le mani e un dolore sempre più crescente che gli stringeva il petto. Aveva sperato con tutte le sue forze di trovare Helena alla fortezza, sana e salva, che lo aspettava raggiante, magari stanca dalla lunga notte di caccia e con qualche livido, ma col sorriso stampato sul viso non appena lui avesse varcato il grande portone d'ingresso. E non sarebbe stato in grado di trattenersi davanti gli occhi dei membri dell'Organizzazione: l'avrebbe stretta a sè con tutto l'amore possibile e poi l'avrebbe baciata, come aveva fatto il pomeriggio prima, teneramente, noncurante degli sguardi che avrebbe suscitato e delle chiacchiere che ne sarebbero derivate. Ma lei non era lì, in piedi nella grande sala del trono. Nessun sorriso raggiante, nessuna chioma folta illuminata dai pesanti candelabri di ferro, nessun bacio rubato. L'aveva cercata per tutta Tiamaranta's Fortress, chiedendo invano agli altri se l'avessero vista aggirarsi per le stanze, ma tutti avevano dato esito negativo alle sue richieste. E la preoccupazione era cresciuta fino a farlo impazzire. Teneva stretta tra le mani la collana strappata della cacciatrice, come una boa a cui aggrapparsi per non andare a fondo. Cullen non era un uomo capace di piangere. La vita nell'esercito lo aveva indurito. Provare dolore e incanalarlo durante le missioni era stato utile, ma non poterlo sfogare a dovere lo aveva logorato nel tempo. Eppure quel giorno, seduto sul grande letto in una delle stanze di Tiamaranta's Fortress, il comandante si lasciò andare, piangendo per la prima volta dopo lunghi anni.
"Cullen, posso entrare?" domandò Josephine ferma sulla porta con un grande vassoio tra le mani. Il comandante le fece cenno di procedere continuando a tenere gli occhi chiusi e la testa tra le mani. "Ti ho portato qualcosa da mangiare." asserì poggiando il pesante vassoio sopra la scrivania nell'angolo. "Grazie Jo, ma non ho appetito adesso." rispose Cullen asciugandosi il viso. Josephine sedette accanto a lui capendo che l'uomo aveva solo bisogno di una spalla su cui sfogarsi. "Vedrai che la troveremo. Amelia e Dorian stanno provando a fare un incantesimo di localizzazione e Leliana è tornata a Forgotten Hollow alla ricerca di tracce" annunciò poggiando una mano sulla schiena di Cullen, in un gesto quasi materno. Il comandante si abbandonò totalmente a quel tocco prendendo l'altra mano della donna nella sua. "Dovevo andare con lei, Jo. L'ho lasciata da sola ed ora mi sento responsabile per ciò che può esserle accaduto. Sono uno stupido" annunciò. "Cullen, Helena è la cacciatrice..." ma il comandante non le diede tempo di terminare la frase. "Ne sono innamorato Jo e non sopporto l'idea di averla persa ancor prima di averle potuto dimostrare quello che provo per lei." Josephine tacque di fronte a quella rivelazione, benchè lo sapesse già. Si limitò a stringerlo più forte, come a volerlo proteggere dal male del mondo e lasciò che si sfogasse fino ad esaurire le lacrime.
Nel frattempo, come annunciato da Josephine, Amelia e Dorian erano intenti a provare diversi incantesimi di localizzazione che permettessero all'Organizzazione di scoprire dove Helena fosse finita, ma nonostante gli sforzi sembrava che la cacciatrice fosse svanita nel nulla.
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"Central park" Musso "La ragazza nella nebbia" Donato Carrisi "Una stella tra i rami del melo" Annabel Pitcher "Il segreto di Helena" Lucinda Riley "Open" Andre Agassi "Volevo solo andate a letto presto" Chiara Moscardelli "Dracula" Bram Stoker "Il dio delle piccole cose" (non ne ricordo l'autrice,però) "Il tuo anno perfetto inizia da qui" Charlotte Lucas
Grazie mille.🌹
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“Esiste un varco con l’aldilà, una porta che si apre in un regno che non conosciamo affatto?”. Il Covid 19 e Madame Blavatsky. Un racconto di Alessandro Moscè, “Il vaccino viene da lontano”
Jonathan Bassoni, insegnante liceale, una volta leggeva le previsioni meteo nel telegiornale di un’emittente privata per guadagnare quattro soldi. Erano gli anni Novanta e doveva ancora finire gli studi universitari del corso di laurea in Letteratura. Si metteva una giacchina celeste che gli stava stretta sulla vita, si pettinava con la riga da una parte, si spargeva un po’ di gel e aveva i suoi tre minuti a disposizione. Gli davano in mano un foglio che proveniva dall’Aeronautica e una cartina geografica dell’Italia e delle Marche in particolare. Doveva semplicemente indicare dei punti cardinali e avvertire l’utenza dei segnali di cambiamento dalla notte all’alba: tramontana, alta pressione, precipitazioni nevose, sole, mare mosso ecc.
Si affaccia dal balcone della sua casa in collina e la città gli sembra metafisica: un quadro di Giorgio de Chirico, il maestro che dipingeva il silenzio e grandi vuoti, oltre che monumenti con un nuovo aspetto. Vecchi ruderi che non servono più, eppure affascinanti nella loro dimensione, nelle fattezze surreali. Jonathan punta il campanile della chiesa di San Domenico che svetta e non suona, abbandonato nella sua eleganza con la croce offuscata da strisce sottili di nebbiolina.
L’insegnante crede non solo nella scienza atmosferica. Ci sono altre tensioni e dinamismi che decidono l’andamento quotidiano ad alta quota, tra i cieli, e nel sottofondo marino degli oceani. Una sorta di avvio cosmico, un motore che non si aziona per caso. La terra decide di opporsi al comportamento dell’uomo. Jonathan è sorpreso soprattutto dalle ondate eccessive di calore o di freddo e dalla siccità, che vanno ad interferire con le risorse idriche e distruggono la vegetazione.
Adesso è più che mai convinto che la foresta amazzonica non possa continuare a bruciare senza che si verifichi una reazione, perché gli effetti delle politiche di deforestazione sono, di fatto, devastanti. Ha letto sul “Corriere della Sera” che la stima dei roghi nel Sud-America equivale a tre campi di calcio al minuto. Gli ambientalisti accusano gli allevatori. La foresta è situata per circa il 65% in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese. Tra il 19 e il 25 agosto 2019 sono scoppiati più di tremila incendi.
Ora è arrivata la pandemia di Coronavirus proveniente dalla Cina, dovuta, probabilmente, alla reticenza sui numerosissimi casi di questa Repubblica Popolare che non ha immediatamente allertato l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli ambientalisti riferiscono che l’effetto serra, la mancanza di ossigeno, il petrolio consumato, come altri combustibili, determinano un violento impatto sulla terra. I profeti tibetani che abitano i “territori degli dei e degli irati” hanno parlato di una sterminata pestilenza, di una catastrofe universale, della fine del primo ciclo umano: una tragica profezia.
I pipistrelli sono animali inquietanti, notturni. Appesi a testa in giù come topi con le ali, ci hanno sempre indotto una certa ripugnanza. Sono considerati i serbatoi del Coronavirus nell’aumento della variabilità genetica. Il passaggio di genere dal volatile all’uomo ha causato la pandemia. Jonathan reputa che la natura se ne sia servita per non soccombere dinanzi alle nefandezze umane. Che cos’è in fondo il Covid 19, se non il meccanismo di difesa del pianeta contro gli abusi umani, ormai insopportabili? L’eccesso di anidride carbonica immessa sta trasformando l’atmosfera in uno scudo impenetrabile e non lascia passare il calore. L’effetto serra e la pandemia hanno un nesso. È insita nella dissipazione del patrimonio la grande imperfezione umana: il segno di un comando e di un potere sconnesso con l’ambiente, di un sopruso pericoloso, invasivo. La natura non si può controllare, non si piega ad un accidentale fenomeno, ad una pratica sbagliata, ad una battaglia involutiva, di retroguardia. Il carico della terra rompe un equilibrio: è l’immagine di una cosa che si riequilibra per giustezza, per una spinta che guida le particelle dell’universo e il sistema solare. Le leggi della fisica conservano una tale esplosività che nessun uomo può annientarle.
Jonathan ha in testa la sua concezione mitica, arcaica, che gli studi di antropologia culturale gli hanno sollecitato. Sin da ragazzo leggeva Prometeo, il simbolo della lotta contro le ingiustizie per la libertà della natura. Era persuaso dalle previsioni dei medium, di coloro che intravedono il futuro nell’energia dell’“amor che move il sole e l’altre stelle”, per dirla con Dante e con l’ultimo verso del Paradiso della Divina Commedia. Amore, quindi, come raccordo celeste, unità, intesa, concordia.
Il Coronavirus non è una punizione divina, ma l’espressione del pianeta terra. Una risposta secca, rigida. Una prospettiva per ristabilire l’ordine violato a partire dall’inquinamento del suolo e delle acque per uno scopo produttivo che ha aumentato eccezionalmente rifiuti, scarichi, infezioni, batteri. Le stesse onde elettromagnetiche invadono il pianeta con frequenze negative sul nostro sistema immunitario.
Jonathan, il lunedì mattina, si collega con i suoi studenti tramite lo smartphone. Ha assegnato i compiti con il protrarsi della quarantena che costringe tutti a casa. I ragazzi del quinto stanno studiando il Romanticismo, sapendo che salteranno l’esame di Stato secondo il modello consueto e che probabilmente faranno una prova orale da casa. Sturm und drang: la tempesta e l’assalto del virus, non solo del movimento culturale tedesco nato con l’immissione dei sentimenti nella letteratura. Mentre interroga, il professor Jonathan Bassoni pensa ad altro, all’ondata di virus che contagia, che uccide dalla Lombardia al sud dell’Italia. La visione al microscopio del Sars-Cov-2 ricorda una corona ed è ingannevole. Una corona di spine, verrebbe da dire, proprio adesso che è passata la Pasqua e che il virus accenna la sua fase discendente. Un male che non si vede, che suscita vecchi richiami, mutamenti che non sempre aiutano e proteggono i popoli, la civiltà. Il mondo aspetta trepidante il vaccino.
Jonathan non direbbe mai ai suoi studenti che sta leggendo un libro di Helena Petrovna Blavatsky, la sorgente del pensiero occulto moderno che diede origine alla società teosofica, che si rifaceva alle scienze degli antichi popoli e alle facoltà latenti degli uomini che non compiono distinzione di razza, di sesso, di età e di religione. La fratellanza ci unirebbe e ci salverebbe da ogni insidia. Ma Jonathan reputa che l’unità tra la gente sia diventata impraticabile. Dire fratellanza è come non dire nulla, anche se il termine fosse pronunciato da un alto prelato cattolico sull’altare durante la messa della domenica. Chi mai ideerebbe una società dello spirito? E chi può sapere quale fu il cenacolo segreto che svelò il mistero ultimo dell’uomo, il suo fine e la distanza colmabile con i morti? Helena Petrovna Blavatsky morì nel 1891 a causa di un’epidemia influenzale. Ancora un’epidemia, che nel 2020 sembra qualcosa di talmente lontano e indescrivibile, da non esistere più. Eppure viviamo un’ecatombe di altri tempi.
La soluzione contro i mali del secolo, l’indifferenza e l’alienazione, e ora anche contro il Covid 19, consisterebbe in un movimento circolare di solidarietà e fiducia interraziale, oltre che in un vaccino? In un mutamento radicale delle intenzioni umane distribuite tra spazio e tempo, rinunciando ad un imperante progresso meccanicistico, ad una tecnocrazia gelida, che cerca il profitto da raggiungere prima possibile? Eppure la crisi del capitalismo e la fine dell’industria occidentale non hanno prodotto cambiamenti, né nel sistema economico, né in quello politico. Le stesse relazioni interpersonali sono sempre più frigide, impassibili. Nessuno ha imparato la lezione.
“La natura matrigna di Leopardi e il cattolicesimo di Manzoni. Quali eventi hanno influenzato i due esponenti del Romanticismo italiano? Quali opere ce lo fanno capire meglio?”, chiede Jonathan Bassoni ad una studentessa collegata.
“Ci darà il voto professore?”.
“Nessun voto, per ora. Ma dovete essere capaci di articolare un discorso, di argomentare. Forza”.
L’antivirus: potrebbe indicarcelo un medium nella sacralità del mito? Jonathan si distrae, torna ad estraniarsi mentre la ragazza risponde alla sua domanda. Il professore teme di scoprirsi astraente, fuori moda, incomprensibile, perfino folle, se avallasse lo spiritismo e il paranormale, tanto da essere deriso. Ma se la normalità fosse concentrata in ciò che sembra un trucco, un gioco per maghi, una credenza? Padre Pio non era un impostore, e neppure Gustavo Adolf Rol. Avevano compreso tutto, anche il significato dello spirito immortale che è mosso dall’amore, nient’altro che dall’amore. Gesù Cristo non fu uomo d’amore sacrificato per salvarci, morendo al posto nostro?
Dopo l’interrogazione Jonathan apre le pagine del quotidiano che ha acquistato la mattina alle sei all’edicola della stazione, dove lo aspetta Giuseppe, un anziano che cammina instancabilmente anche in questo periodo, nonostante non dovrebbe farlo, stando al decreto governativo appena riconfermato. A quasi ottant’anni non rinuncia ai suoi dieci chilometri giornalieri per dare lubrificazione alle gambe, afferma, altrimenti rischierebbe di non alzarsi più dal letto. Giuseppe non ha paura del Covid 19, perché alla sua età non si può più temere la morte. Dove andrà a finire non lo sa e non gli importa. Crede nella fatalità. Magari si ritroverà in un paradiso celestiale, o nell’abisso, nel buio dei ciechi senza saperlo. Tira a campare. Prosegue questo anomalo aprile con i suoi rituali protratti dal lunedì alla domenica: alle tre del mattino è già in piedi e ascolta la radio facendo la conta dei morti di Coronavirus, dei malati e dei guariti. Fa le parole crociate e poi esce infilando il giaccone invernale. Dopo il giro largo della piazza centrale, si inoltra nel giardino comunale e alla stazione aspetta il furgone dei giornali che arriva da Ancona a tutta velocità. A pranzo si cucina la pasta integrale e mangia i soliti pomodorini con un filo d’olio, rigorosamente senza sale. Due volte la settimana un filetto di maiale ben cotto. Giuseppe ha ottant’anni, ma un fisico asciutto. Nella sua vita non ha mai contratto un’influenza e non sa cosa sia la febbre.
I morti per l’epidemia da Coronavirus nel nostro paese hanno superato le 20.000 unità proprio il giorno successivo alla Pasqua. Mentre Donald Trump starebbe valutando la riapertura delle attività per non tenere ferma l’economia, l’epidemia avanza con un incremento dei casi e il superamento del milione di contagi in tutto il mondo. Jonathan, appena posato il quotidiano sul tavolo della sala, si lava le mani con l’alcool, pulisce le superfici della sua stanza da letto con un piumino da spolvero, passa uno straccio bagnato sul pavimento e con un panno di daino toglie i pulviscoli dal computer e dal tavolo di lavoro dove sono ammassati i libri e i quaderni degli appunti. Beve acqua minerale direttamente dalla bottiglia. Ha appena letto che il primo vaccino contro il Covid 19 sarebbe in fase di sperimentazione a Padova, prodotto da una ditta italiana. Potrebbe essere disponibile già a settembre. Il primo lotto partirà da Pomezia per l’Inghilterra dove inizieranno i test su 550 volontari. Jonathan sa che il vaccino non può essere risolutivo come le stesse medicine, come ogni soluzione scientifica adottata nei laboratori chimici, se non cambieremo stile di vita. Il senso profondo della forza spirituale che non vediamo e non tocchiamo con mano, se non arriverà all’essere umano e non costituirà un principio saldo, inviolabile come le regole di questi giorni, potrebbe decretare, viceversa, la fine della terra con un secondo Big Bang, con un’accelerazione di particelle nucleari e uno scoppio improvviso. Una nucleo-sintesi primordiale e un’espansione di dimensioni impensabili rovesceranno le sorti del mondo? In pochi resisterebbero e avrebbero il dovere di ricostruire il pianeta con modalità differenti, ricominciando dalla primitività, da un contatto diretto con la natura, rispettata e non sfruttata, da uno sviluppo crescente dell’agricoltura, da un consumo maggiore e salutare di zucca, mais e altri alimenti ricchi di carboidrati, come le patate, i fagioli e le arachidi. Quindi si coltiverebbero di più la carota, il radicchio, il ravanello, il cavolfiore. Si utilizzerebbero solo fertilizzanti naturali e antiparassitari non di origine chimica. Gli animali sarebbero allevati con i mangimi ottenuti dall’agricoltura biologica. Non esisterebbero più confini delimitati da una geografia politica, ma un’intensa comunione per un cammino lento, sostenibile, influenzato dalle buone relazioni e da governi democratici. Migliorerebbe il clima e l’effetto serra avrebbe un altro impatto. La terra guarirebbe.
Jonathan sente uno scricchiolio provenire dalla camera da letto dei suoi genitori. Suo padre è morto da poco più di un anno. Giurerebbe di aver visto un’ombra muoversi e provocare una folata di vento, appena avvicinatosi. Teme il terremoto, ma la casa è stabile e non succede nulla. Esiste un varco con l’aldilà, una manifestazione di contatto, una porta che si apre in un regno che non conosciamo affatto? Suo padre ha voluto dirgli che la terra è in pericolo, mai come questa volta? O Helena Petrovna Blavatsky ha approvato il suo sentire, la sua lettura di un’opera ormai introvabile in commercio, avuta da uno strano ex frate di Norcia? Da dove proveniva lo scricchiolio? Da un armadio, da una parete, da un quadro, dal letto? Di notte Jonathan ha l’impressione di sentire uno scampanellio e delle voci attutite. Una visionaria percezione che lo avvertirebbe di qualche indizio extrasensoriale? Il rischio è di convincersi dell’inverosimile.
Ma cosa diceva Helena Petrovna Blavatsky? “Sii perseverante come chi dura in eterno. Le tue ombre vivono e svaniscono, perché la conoscenza non è della vita fuggevole. Sei l’uomo che era, che è e che sarà, l’ora del quale non suonerà mai. Accetta i dolori della nascita”. La via fuggevole e un’altra vita. Quale? Quella che fa dell’universo una coscienza insita nell’uomo e negli spiriti della natura che non sono materia ma energia, energia allo stato puro? Jonathan si convince che il vaccino sarà un’esperienza non solo fisica, composta di leggi che ci governano nel visibile e che scompaiono improvvisamente, a nostra insaputa. C’è qualcosa di più del desiderio umano, una realtà più grande, libera dal giudizio. Il futuro oscuro e incerto si combatte con una promessa di fedeltà all’uomo, alla terra, all’ambiente. Come? Non accendendo fuochi, non recando danno alle piantagioni, non dando la caccia agli animali protetti, concedendo più spazi alla vegetazione che neutralizza lo smog, non utilizzando biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono e polveri sottili.
Suona il telefono. È Gerardo, l’ex frate di Norcia che non crede più ad una sola religione, ma ad uno spiritualismo ancestrale.
…
Ho sentito scricchiolare nella stanza dei miei genitori.
Anch’io, nella mia soffitta.
Telepatia?
Ho visto un’ombra.
Anch’io, sembrava camminare.
Succede.
Che cosa succede?
Che qualcuno ci parli.
Lo chiamo antivirus.
…
Una strana sincronia, un’esperienza che ci accomuna.
È sufficiente non commettere scorrettezze, inganni, barbarie per vivere serenamente, nel tempo, nello spazio, tra i propri simili e nella natura?
La natura è sempre superiore alla storia. La storia è un’avventura, un insieme di guerre, di genocidi, di supremazie che finiscono, che si avvicendano. Un’ingorda tentazione, come quella di Adamo ed Eva.
Quando finirà la pandemia?
Quando bene e male non si mescoleranno più insensibilmente. La pandemia non è solo del Covid 19. Finirà quando non saremo più in attrito con noi stessi, con il vicino di casa, con il collega d’ufficio, con il coniuge. Un impegno in grado di far parlare la geologia e l’ecologia, l’idrologia e la glaciologia, l’economica e la sociologia, di valutare le azioni della diplomazia, dei governi internazionali. Se domani il virus cessasse di contagiare, saremmo felici? No, non lo saremmo affatto. Egoismo e divisione alimentano una frustrazione costante. Lo ha detto anche Papa Bergoglio con un tono sussurrato. Basta la forza dell’avvertimento, il soffio delle parole perché non vincano la paura e la morte. Il primo capitale è quello umano.
…
Ci riusciremo?
È la partita più difficile del terzo millennio.
Alessandro Moscè
*In copertina: la teosofa Helena Blavatsky (1831-1891)
L'articolo “Esiste un varco con l’aldilà, una porta che si apre in un regno che non conosciamo affatto?”. Il Covid 19 e Madame Blavatsky. Un racconto di Alessandro Moscè, “Il vaccino viene da lontano” proviene da Pangea.
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"Non puoi costringere una persona a provare qualcosa che... semplicemente non c'é"
- Il Segreto di Helena, Lucinda Riley
#non si puó#costrizione#amore non corrisposto#disperazione#frustrazione#non c'è#non esiste#tu non mi vuoi#tu non ci sei#per me non lotteresti#non mi ami#e va bene cosí#anche se#cosí bene non va#non va
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. ╰ 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐯𝐞!
📍 room of requirement 📅 nov 17, 2022 🔗 #𝖽𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗈𝗎𝗌𝗁𝗉𝗋𝗉𝗀
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« Oggi non hai provato a baciarmi nemmeno una volta. Devo preoccuparmi, puppy? » « "Oggi" non è ancora finito. Cioè, in realtà sì, però — i giorni si contano da dopo che ci si è svegliati, lo sanno tutti. » Sistemate come sono, con Kala sdraiata sul fianco e la tempia poggiata sul braccio di Eris, quest'ultima può facilmente infilarle la mano sotto i capelli, dietro la nuca, e massaggiarle la testa. « Quanto sei smielata — » la minore le dà un bacio sulla fronte, appena pochi istanti prima che lei riprenda la parola. « Kala, so che non stiamo insieme o altro, ma... » « E non ti ho ancora detto che — mh? » « Che vuoi dirmi? » « Che un po' volevo vedere quanto ci metti a provare tu a baciarmi. Tu che cosa stavi dicendo? » chiude gli occhi, la vicinanza della serpeverde e le sue carezze la rilassano tantissimo. Eris, dal canto suo, si morde l'interno del labbro e sussurra. « Che ho fatto sesso con una persona ed è uno dei motivi per cui non ti riesco a baciare. » La frase le rimbomba in testa parecchie volte e Kala non apre gli occhi perché, nel suo mondo fatato, così può illudersi di stare sognando. Nonostante sia abbastanza un sogno di merda, insomma. « Non ti vuoi togliere il suo sapore da bocca..? » Helena scuote piano la testa anche se lei non può vederla. « È la prima volta che — che mi sento in colpa. Non ho mai tenuto al pensiero di qualcuno come accade con il tuo e lo so che non ti ho promesso nulla ma la mattina seguente quando mi sono svegliata sei stata tu a venirmi in mente. » Kala si gira un po', in modo da mettersi a pancia sotto, con mezzo corpo che va a coprire quello della ragazza per cui ha perso la testa. Si sforza pure di aprire gli occhi e le osserva il viso, rimanendo ancora in silenzio. « Non avrei dovuto nemmeno raccontartelo ma ora capisco quando la gente fa cose e — » si spegne e ricambia lo sguardo, si lecca appena le labbra e aspetta un cenno da parte dell'altra. « E? » « E non mi piace farti male, ma non so cosa vuol dire questo. » La piccola Steeval va a darle un bacino sulla guancia e si ferma accanto al suo orecchio, il naso che le sfiora la pelle. « Vuol dire che anche tu hai una cotta per me. » glielo sussurra, quasi come fosse un grosso segreto, uno di quelli che stai davvero rischiando per condividerli con anima viva. « E tu sei sempre cristallina con quello che provi e — non ho mai parlato così ta- » si pietrifica, e Kala affonda piano l'indica nella sua spalla in modo da "risvegliarla". « Mh? » « Ho parlato troppo piano? » « No, è che se ti avvicini troppo non capisco più niente. » « Visto? C o t t a. » La serpeverde posa il palmo sulla sua guancia e con il pollice le accarezza delicatamente la bocca. « Un po' ci sono rimasta male per questa cosa del sesso, non posso nascondertelo — » « Pensare che non succedeva dalla prima volta che ti ho baciato. Che mesi difficili — » « Ehi, a me non succede da quindici anni! Ti batto! » le dà un bacino sul pollice e contemporaneamente comincia ad accarezzarle il collo. « Non ci avevi mai pensato o..? » « Ci avevo pensato soltanto tipo come "chissà perché questa gente va così matta per questa cosa" — e poi... Poi lo sai che sei arrivata tu e ho addirittura comprato un libro! » « La risposta ti è arrivata? » « Più o meno, mi arriverà meglio dopo la pratica. » « Perché io ci ho impiegato un bel po' prima di darmela — ricorda: mai avere fretta. » « Me lo annoto nel taccuino mentale. Nessuna fretta. Anche se — » grugnisce, mentre Eris sospira e traccia un percorso sotto la sua felpa, dietro la schiena e sui fianchi. « Anche se? » « Non è semplice quando — no? Tipo quando comincia a fare caldo e tu vorresti soltanto tipo... Cedere, no? » « Quello che stai cercando di dirmi è che sei eccitata, piccola Steeval? » « A volte? E non sono piccola, ssssh! » La Lestrange intreccia le gambe alle sue e la coinvolge in un bacio che la fa finire ancora più addosso a lei. « — Succede a tutti. E lo sei. Il libro che consigli ti dà? « Il libro è / molto / tecnico, in alcuni punti mi ricorda il manuale di Incantesimi — » « Allora credo spetti a me consigliarti. »
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The Crown: Helena Bonham Carter ha portato Vogue dietro le quinte e ci ha raccontato tutto sulla principessa Margaret Nella quarta stagione di The Crown, torna Helena Bonham Carter nei panni della principessa Margaret che, mentre lotta per trovare un senso alla sua vita, alza il velo su un oscuro segreto di famiglia.
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« Oggi non hai provato a baciarmi nemmeno una volta. Devo preoccuparmi, puppy? » « "Oggi" non è ancora finito. Cioè, in realtà sì, però — i giorni si contano da dopo che ci si è svegliati, lo sanno tutti. » Sistemate come sono come sono, con Kala sdraiata sul fianco e la tempia poggiata sul braccio di Eris, quest'ultima può facilmente infilarle la mano sotto i capelli, dietro la nuca, e massaggiarle la testa. « Quanto sei smielata — » la minore le dà un bacio sulla fronte, appena pochi istanti prima che lei riprenda la parola. « Kala, so che non stiamo insieme o altro, ma... » « E non ti ho ancora detto che — mh? » « Che vuoi dirmi? » « Che un po' volevo vedere quanto ci metti a provare tu a baciarmi. Tu che cosa stavi dicendo? » chiude gli occhi, la vicinanza della serpeverde e le sue carezze la rilassano tantissimo. Eris, dal canto suo, si morde l'interno del labbro e sussurra. « Che ho fatto sesso con una persona ed è uno dei motivi per cui non ti riesco a baciare. » La frase le rimbomba in testa parecchie volte e Kala non apre gli occhi perché, nel suo mondo fatato, così può illudersi di stare sognando. Nonostante sia abbastanza un sogno di merda, insomma. « Non ti vuoi togliere il suo sapore da bocca..? » Helena scuote piano la testa anche se lei non può vederla. « È la prima volta che — che mi sento in colpa. Non ho mai tenuto al pensiero di qualcuno come accade con il tuo e lo so che non ti ho promesso nulla ma la mattina seguente quando mi sono svegliata sei stata tu a venirmi in mente. » Kala si gira un po', in modo da mettersi a pancia sotto, con mezzo corpo che va a coprire quello della ragazza per cui ha perso la testa. Si sforza pure di aprire gli occhi e le osserva il viso, rimanendo ancora in silenzio. « Non avrei dovuto nemmeno raccontartelo ma ora capisco quando la gente fa cose e — » si spegne e ricambia lo sguardo, si lecca appena le labbra e aspetta un cenno da parte dell'altra. « E? » « E non mi piace farti male, ma non so cosa vuol dire questo. » La piccola Steeval va a darle un bacino sulla guancia e si ferma accanto al suo orecchio, il naso che le sfiora la pelle. « Vuol dire che anche tu hai una cotta per me. » glielo sussurra, quasi come fosse un grosso segreto, uno di quelli che stai davvero rischiando per condividerli con anima viva. « E tu sei sempre cristallina con quello che provi e — non ho mai parlato così ta- » si pietrifica, e Kala affonda piano l'indica nella sua spalla in modo da "risvegliarla". « Mh? » « Ho parlato troppo piano? » « No, è che se ti avvicini troppo non capisco più niente. » « Visto? C o t t a. » La serpeverde posa il palmo sulla sua guancia e con il pollice le accarezza delicatamente la bocca. « Un po' ci sono rimasta male per questa cosa del sesso, non posso nascondertelo — » « Pensare che non succedeva dalla prima volta che ti ho baciato. Che mesi difficili — » « Ehi, a me non succede da quindici anni! Ti batto! » le dà un bacino sul pollice e contemporaneamente comincia ad accarezzarle il collo. « Non ci avevi mai pensato o..? » « Ci avevo pensato soltanto tipo come "chissà perché questa gente va così matta per questa cosa" — e poi... Poi lo sai che sei arrivata tu e ho addirittura comprato un libro! » « La risposta ti è arrivata? » « Più o meno, mi arriverà meglio dopo la pratica. » « Perché io ci ho impiegato un bel po' prima di darmela — ricorda: mai avere fretta. » « Me lo annoto nel taccuino mentale. Nessuna fretta. Anche se — » grugnisce, mentre Eris sospira e traccia un percorso sotto la sua felpa, dietro la schiena e sui fianchi. « Anche se? » « Non è semplice quando — no? Tipo quando comincia a fare caldo e tu vorresti soltanto tipo... Cedere, no? » « Quello che stai cercando di dirmi è che sei eccitata, piccola Steeval? » « A volte? E non sono piccola, ssssh! » La Lestrange intreccia le gambe alle sue e la coinvolge in un bacio che la fa finire ancora più addosso a lei. « — Succede a tutti. E lo sei. Il libro che consigli ti dà? « Il libro è / molto / tecnico, in alcuni punti mi ricorda il manuale di Incantesimi — » « Allora credo spetti a me consigliarti. »
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Posted @withrepost • @fotografie_della_storia Delle foto scattate male. A un primo impatto è questo che si pensa di queste foto, ma in realtà queste sono una delle testimonianze più importanti sulla follia nazista. Agosto 1944. Ad Auschwitz, nascosto nel Crematorio V un membro del Sonderkommando riesce a scattare le prime prove frammentarie di quanto succedeva nei campi di sterminio. Sono scatti rubati, frenetici, opera di un'azione incredibilmente pericolosa e coraggiosa. I membri del Sonderkommando erano deportati selezionati e 'assoldati' per collaborare con le SS nel processo di sterminio voluto da Hitler e il loro ruolo all'interno dei campi doveva rimanere segreto. In cambio del loro lavoro atroce, questi detenuti avevano alcuni privilegi come cibo migliore, abiti alcune libertà. Tutte cose che venivano però "ripagate" con un ricambio costante del personale che veniva sterminato sistematicamente dopo alcuni mesi per impedire che le informazioni apprese trapelassero. Nonostante il divieto di aiutare, di rivelare la propria identità, e di vivere a contatto con gli altri deportati, l'urgenza di testimoniare e di documentare ciò che stava accadendo fu più forte della paura di morire. Uno dei membri, rimasto anonimo, in gran segreto riuscì a far arrivare dall'esterno del campo una macchina fotografica, nella quale probabilmente restava solo un pezzo di pellicola utilizzabile. Dopo essersi nascosto nella camera a gas appena svuotata, realizzò le prime due immagini delle quattro scattate, che ritraggono gli altri membri del gruppo intenti a svolgere uno dei loro compiti quotidiani ovvero cremare I corpi appena usciti dalle camere a gas in fosse comuni all'aria aperta. La terza immagine, anche se poco chiara, riprende delle donne svestite che sembrano incamminarsi ignare verso le camere a gas. L'ultima foto,è praticamente astratta ma si scorgono le cime delle alte betulle con le quali veniva circondato tutto il campo per nascondere ciò che avveniva all'interno. In seguito questa pellicola fu estratta e portata via da Auschwitz in un tubetto di dentifricio da Helena Dantòn, impiegata alla mensa delle SS e arriverà il 4 settembre 1944 alla resistenza polacca di Crac https://www.instagram.com/p/B20ssL8C72B/?igshid=11qenjk7pvk1t
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Si era sentito consumato da una gelosia ardente come lava...
Lucinda Riley, il segreto di Helena
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Il dottor Lucas Jones, MD, è un personaggio immaginario della popolare soap opera della ABC General Hospital. È il figlio biologico del boss della mafia, Julian Jerome e il defunto, Cheryl Stansbury e il figlio adottivo del defunto, il dottor Tony Jones e l'infermiera Bobbie Spencer.
Il ruolo di Lucas è stato interpretato da numerosi attori, tra cui CJ Thomason, che ha lasciato il ruolo nel 2003, Ryan Carnes, che ha lasciato il ruolo nel 2005, ma è tornato nel 2014 e da allora ha interpretato Lucas e Ben Hogestyn, che ha lasciato il ruolo nel 2006.
Informazioni utili su Lucas Jones
* Figlio biologico del mafioso Julian Jerome e Cheryl Stansbury.
* Comprato da una disperata Bobbie Spencer quando la sua adozione è fallita.
* In origine si pensava fosse il figlio biologico di Robert Scorpio.
* Fu restituito alla madre Cheryl, ma quando lei morì in un incidente d'auto, fu accolto dalla sorella Tiffany Hill e dal marito Sean Donnelly.
* Fu adottato da Bobbie e Tony Jones dopo la lettura del testamento di Cheryl.
* Gli fu diagnosticato il diabete giovanile.
* Drogata da Helena Cassadine per ricattare Tony Jones.
* Aveva un deficit di apprendimento.
* Aveva una cotta per il cugino adottivo Maxie Jones, mentre allo stesso tempo sua sorella Georgie Jones aveva una cotta per lui.
* Si è dichiarato gay nel 2006.
* Si è trasferito a Seattle dopo la morte di Tony.
* Ha saputo che il suo padre biologico Julian era davvero vivo quando è tornato a Port Charles nel 2014.
* Era sessualmente coinvolto con Brad Cooper.
Chi ha interpretato Lucas Jones nel corso degli anni?
Matt Trudeau (2020-in corso)
Ryan Carnes (8 luglio 2004 - 21 settembre 2005; 17 gennaio 2014 -2020)
Ben Hogestyn (22 settembre 2005 - 19 giugno 2006)
C.J. Thomason (2002 - 2003)
J. Evan Bonifant (2002)
Logan O'Brien (1998 - 2002)
Justin Cooper (1996 - 1998)
Jay Sacane (1994 - 1996)
Kevin e Christopher Graves (1990)
Kevin e Chuckie Gravino (1989 - 1994)
Storia passata
Lucas è nato da Cheryl Stansbury. Le è stato detto che era nato morto quando è stato realmente venduto a Bobbie Spencer dopo un'adozione che lei stava progettando è crollata ed era alla disperata ricerca di un bambino.
Cheryl cominciò a vedere se stessa nel piccolo Lucas, così come Robert Scorpio, l'uomo che pensava fosse il padre del suo bambino morto. Bobbie iniziò a indagare sul passato di Lucas dopo che gli fu diagnosticato il diabete giovanile, e scoprì che era davvero il figlio di Cheryl. Allo stesso tempo, Cheryl cominciò a dubitare che suo figlio fosse davvero morto alla nascita e assunse Robert per scoprire la verità. Cheryl portò Robert a credere che il mafioso Julian Jerome fosse il padre del bambino. Naturalmente, pensava che fosse una bugia quando in realtà era la verità.
Robert scoprì che Lucas era il figlio di Cheryl e riuscì a impedire a Bobbie di lasciare la città con Lucas. Robert ha restituito Lucas a Cheryl. Lei ha detto a Robert che era il padre del bambino, ma un test del DNA ha detto il contrario.
Dopo che Cheryl morì in un incidente d'auto, sua sorella Tiffany Hill e suo marito Sean Donnelly tornarono a Port Charles per prendersi cura di Lucas, ma Cheryl lasciò il bambino a Bobbie e Tony, scioccati ma euforici, nel suo testamento. Tiffany ha fatto di tutto per ottenere la custodia di Lucas, anche rivelando il passato di prostituta di Bobbie durante un'udienza per la custodia. Sean si rifiutò di testimoniare a causa del suo disgusto per le tattiche di Tiffany. Bobbie e Tony sono stati lasciati per crescere Lucas, ma alla fine hanno divorziato nel 1996.
Nel 2001, Lucas fu avvelenato da Lucky Spencer all'offerta di Helena Cassadine per controllare Tony. Tony accettò di fare qualsiasi cosa Helena chiedesse in cambio di una cura per Lucas. Tony scoprì che Helena teneva suo figlio Stavros criogenicamente congelato in un laboratorio segreto sotto l'ospedale. Tony si rivolse a Luke Spencer per chiedere aiuto e riuscì a ottenere la cura di Lucas.
Dopo qualche disavventura con i suoi cugini adottivi Maxie e Georgie Jones, Lucas è uscito nel 2006. Tony accettò prontamente Lucas, ma morì qualche mese dopo, il che devastò Lucas. Poco dopo si trasferì a Seattle e Bobbie lo seguì.
Bobbie tornò a Port Charles quando sua figlia Carly Jacks scomparve. Tornata in città, scoprì che il padre mafioso di Lucas, il bio-papa mafioso Julian, era ancora vivo. Cercò di nasconderlo a Lucas, ma Julian aveva saputo di Lucas e aveva intenzione di incontrare suo figlio. Lucas tornò a Port Charles per dare sostegno a Bobbie e rimase scioccata nell'apprendere di Julian. Andò a The Floating Rib per un drink dove incontrò Brad Cooper. I due commissari sono stati adottati da famiglie di mafiosi. I due hanno avuto un'avventura di una notte. Lucas voleva di più, ma Brad gli disse che era interessato a un altro uomo, Felix DuBois.
Quando Felix ruppe un appuntamento con Brad, Brad andò a bere qualcosa con Lucas e finirono di nuovo a letto.
Lucas è andato a visitare la tomba di Tony Jones nell'anniversario della sua morte e si è imbattuto in Julian. La loro relazione era già tesa e quando Lucas ha detto a Julian che era gay, non ha reagito bene. Julian pensò che se fosse stato nella vita di Lucas, Lucas avrebbe potuto essere etero.
Flirt e relazioni
Brad Cooper (amante)
Guy Tucker (datato)
Brook Lynn Ashton (baciato)
Georgianna "Georgie" Jones (baciata)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (baciata)
Parenti
Cheryl Stansbury (madre biologica, deceduta)
Julian Jerome (padre biologico)
Tony Jones (padre adottivo, deceduto)
Barbara Jean "Bobbie" Spencer (madre adottiva)
Barbara Jean "B.J." B.J. Jones (sorella adottiva, defunta)
Samantha McCall Morgan (sorella biologica)
Carly Corinthos Jacks (sorella biologica)
Victor Jerome (nonno biologico, deceduto)
Lena Spencer (nonna adottiva)
Tim Spencer (nonno adottivo)
Tiffany Hill (zia biologica)
Ava Jerome (zia biologica)
Evan Jerome Jr. (cugino biologico)
Katherine "Kiki" Jerome Corinthos (cugino biologico)
Frisco Jones (zio adottivo)
Luke Spencer (zio adottivo)
Maria Maximiliana "Maxie" Jones (cugina adottiva)
Georgianna "Georgie" Jones (cugina adottiva, defunta)
Lucky Spencer (cugino adottivo)
Lesley Lu "Lulu" Spencer (cugino adottivo)
Morgan Stone Cornithos (nipote adottivo)
Michael Cornithos III (nipote adottivo)
Daniel Edward Morgan (nipote biologico)
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Il Duca di niente
E’ uscito da poco il quinto libro della serie romance storica Il Club Del 1797 di Jess Michaels. #ilclubdel1797
Link: https://www.amazon.it/Duca-niente-Club-1797-Vol-ebook/dp/B0942HKSGV/
Il Duca di niente
Trama: Inghilterra, 1811. Baldwin Undercross, Duca di Sheffield, ha un segreto che sta nascondendo a quasi tutti quelli che conosce e ama. Per colpa del suo defunto padre, dedito al gioco d’azzardo, e delle sue stesse cattive decisioni, è finito sul lastrico. L’unica possibilità che gli è rimasta è sposarsi per soldi, e alla svelta. L’occasione si presenta quando debutta in società una ricca americana a caccia di un titolo in cambio di un’enorme dote. Helena Monroe è la dama di compagnia della sua titolata cugina d’oltreoceano ed è infelice. Ma dopo aver incontrato Baldwin su una terrazza, il suo viaggio in Inghilterra sembrare prendere una piega migliore. Si rende però subito conto che il duca l’ha scambiata per sua cugina e tutto inizia ad andare a rotoli. Baldwin si ritrova combattuto tra scegliere un futuro che salverà il patrimonio della sua famiglia e uno con una donna a cui si sta affezionando sempre di più. Sceglierà la sicurezza o la passione, il dovere o l’amore?
I libri precedenti della Serie “Il Club del 1797” disponibili in italiano:
1. Il carisma del duca
Link: https://amzn.to/36Gue4u
Trama: Inghilterra, 1810. Il carismatico e impetuoso Duca di Abernathe, James Rylon, è il tipo di amico che chiunque vorrebbe avere. Ha persino fondato il Club del 1797, composto da dieci uomini tutti destinati a diventare duchi. Ma ha dichiarato apertamente che non si sposerà mai e nessuno capisce perché. Ma alla signorina Emma Liston non importa sapere perché. Zitella da troppo tempo, con un padre assente che può far scoppiare uno scandalo da un momento all’altro, ha bisogno di sposarsi. Adesso. Decide quindi di correre un rischio folle e di chiedere aiuto al fratello della sua amica Meg, James. Gli chiede di fingere di essere interessato a lei quel tanto che basta per attirare l’attenzione di altri gentiluomini. James accetta, ma si accorge con sua grande sorpresa che fingere di corteggiare Emma gli risulta molto facile… Quando il padre di Emma ritorna, minacciando di condannarla a un futuro terribile, il loro corteggiamento diventa ben presto fin troppo reale. James rivelerà mai la vera natura dell’uomo che nasconde sotto la sua corazza esterna? Ed Emma riuscirà a scoprire il proprio valore prima che sia troppo tardi?
2. Un duca da scegliere
Link: https://amzn.to/2KFqeJr
Trama: Simon Greene, Duca di Crestwood, da anni è ossessionato da Margaret Rylon. C'è solo una cosa che li divide: il suo fidanzato, che è anche il suo migliore amico. Simon cerca disperatamente di non distruggere tutto cedendo ai suoi desideri, ma quando Meg e Simon rimangono intrappolati da soli di notte durante un temporale, lo scandalo che ne risulta non solo porta alla rottura del fidanzamento di Meg, ma costringe Simon a chiederne la mano al posto del suo amico. Margaret è dispiaciuta di aver ferito la sua famiglia e il suo fidanzato, ma tutto quello che ha sempre voluto è Simon. E diventa ancora più determinata ad avere una vita felice insieme a lui quando si arrendono a passioni rimaste a lungo sopite. Ma anche se Simon le dà il suo corpo, non le concede il suo cuore. È schiacciato dal senso di colpa per aver tradito il suo amico e ha paura di ciò che il legame con Meg può svelare. Ma se Simon non impara in fretta a combattere per lei, potrebbero perdere entrambi la possibilità di essere felici.
3. Il duca tradito
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Trama: Adelaide Longford è la zitella intellettualoide meno considerata di Londra e a lei va bene così. Essere ignorata le dà la possibilità di uscire di casa di nascosto e assumere segretamente le vesti dell’attrice più famosa del momento, Lydia Ford. Recitare su un palcoscenico e sentire gli applausi di chi la guarda è l’esperienza più emozionante della sua vita. Fino a quando non entra nella sua vita Graham Everly, Duca di Northfield. Il duca è un uomo distrutto dopo l’umiliante perdita della sua fidanzata di lunga data per colpa del suo presunto migliore amico e iniziano una relazione carnale che le accende la passione in corpo. Graham non capisce perché sia così attratto sia dall’occhialuta e salace Adelaide sia dall’appassionata Lydia, ma ben presto si ritrova emotivamente coinvolto con entrambe e indeciso su quale futuro perseguire. Quando Graham scoprirà l’identità segreta di Adelaide, sarà in grado di accettare entrambe le parti della giovane donna? E riuscirà a salvarla da un pericolo in agguato che nessuno dei due avrebbe mai potuto prevedere?
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L’artista presenta opere concepite per l’ambiente, instaurando un dialogo con lo spazio come sito specifico, la mostra dal titolo “Sobre Viventes” – “sopravvivere” presso Helena Fretta Art Gallery.
Le opere sono legate a un modo di pensare alla natura e alla devastazione ambientale, e l’assenza umana serve meno a segnare un luogo incontaminato e più come una dimensione organica che sopravvive sotto la minaccia e il rischio di estinzione.
A proposito dei lavori, il team curatoriale formato da Rosangela Cheren, Thays Tonin, Flávia Person e Andrey Parmigiani commenta:
La composizione di luci e ombre offre una sorta di sfida pittorica, producendo giochi di approccio e distanza, profondità e superficie, opacità e trasparenza. Ogni opera mostra il gesto rifatto di chi ricama e disegna. Attraverso punti e perforazioni, linee e tratti scaturiscono la figurazione di foreste notturne, i cui tronchi e rami creano strani colpi di scena. Gli alberi che respirano attraverso i pori, contrassegnati da piccoli punti, formano uno scenario attraverso il quale sveliamo i pericoli. Luci misteriose da uno sfondo portano sfumature di giallo, blu, arancione, verde e rosa.
servizio
Quando: dal 10 al 28 settembre 2019, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13.
Dove: Helena Fretta Art Gallery. Rua Presidente Coutinho, 532, Centro, Florianópolis.
Contatto: (48) 3223-0913.
Evento gratuito
“Juliana Hoffmann (Concórdia, SC-1965, vive e lavora a Florianópolis) presenta opere concepite per l’ambiente espositivo, instaurando un dialogo con lo spazio come sito specifico. Ma sono anche legati a un modo di pensare alla natura e alla devastazione ambientale, e l’assenza umana serve meno a segnare un luogo incontaminato e più come una dimensione organica che sopravvive sotto minaccia e rischio di estinzione. Queste forme di vita possono recuperare prima dei loro cacciatorpediniere? O sono quelli che finiranno per primi mentre quelli saranno rifatti?
La composizione di luci e ombre offre una sorta di sfida pittorica, producendo giochi di approccio e distanza, profondità e superficie, opacità e trasparenza. Ogni opera mostra il gesto rifatto di chi ricama e disegna. Attraverso punti e perforazioni, linee e tratti scaturiscono la figurazione di foreste notturne, i cui tronchi e rami creano strani colpi di scena. Gli alberi che respirano attraverso i pori, contrassegnati da piccoli punti, formano uno scenario attraverso il quale sveliamo i pericoli. Luci misteriose da uno sfondo portano sfumature di giallo, blu, arancione, verde e rosa.
Questi sono tre grandi blocchi: dipinti con pittura acrilica su tela, fotografie stampate in scatole luminose, multipli con belle arti e stampe acriliche. In tutti questi casi, il paradosso di affrontare il peso di un tema e la leggerezza delle sue soluzioni persiste, riconoscibile anche nel video proiettato sulla parete esterna della galleria e sul tavolo destinato all’uso interattivo degli spettatori.
Per l’artista, il nucleo di questo set, il cuore da cui si dipartono tutte le opere, è costituito da una scatola luminosa che mostra la pagina di un libro e contiene il segreto di una fattura derivata. Prima viene fotografato un albero, quindi questa immagine viene stampata in piccole dimensioni, infine la superficie è verniciata, perforata, cucita. Immagine, immagine, immagine, ecco come appaiono la forma spostata, la metamorfosi e la sopravvivenza ”.
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Solo Juliana Hoffamann “Sobre Viventes” – Florianopolis L'artista presenta opere concepite per l'ambiente, instaurando un dialogo con lo spazio come sito specifico, la mostra dal titolo "Sobre Viventes" - "sopravvivere" presso Helena Fretta Art Gallery.
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Helena Rubinstein compie 115 anni: vogliamo celebrare il compleanno dell’impero creato da Madame raccontandovi la sua storia fatta di intuizioni geniali, coraggio, bellezza e innovazione
Helena Rubinstein
“Bellezza è potere. Il più importante di tutti”. Era questo il motto di Helena Rubinstein, una donna la cui vita dovrebbe essere un’ispirazione per tutte noi. Nata nel 1872 nel ghetto ebreo di Cracovia, Helena fu la prima di otto sorelle. A vent’anni, i suoi genitori decisero che si sarebbe dovuta sposare con un vecchio vedovo facoltoso. Non era quello però il destino che Helena avrebbe voluto per se stessa: rifiutò quindi il matrimonio e, a 22 anni, partì da sola per l’Australia, con in mano solo una valigia contenente dodici vasetti di crema per il viso fatta in casa dalla madre. Piccola di statura, con la pelle bianchissima, i capelli corvini e una personalità incredibile, Helena Rubinstein conquistò immediatamente le donne australiane che iniziarono a chiederle consigli di bellezza. Così, Helena si rese conto di detenere un segreto che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre: conosceva il segreto della bellezza.
Un tesoro in valigia
Helena si mise allora all’opera: il suo obiettivo era quello di ricreare la formula della sua crema casalinga. E, ovviamente, ci riuscì. Grazie al passaparola i suoi trattamenti diventarono popolari in tutto il paese, tanto che nel 1902 Helena aprì il suo primo negozio, la Maison de Beauté Valaze: fu il primo istituto di bellezza moderno. Ma Helena non si fermò: decise di partire alla conquista dell’Europa. Qui diventò un’icona parigina, protagonista dei ritratti di artisti del calibro di Man Ray, Picasso e Dalì e simbolo di seduzione, forza e libertà. Ma non era ancora abbastanza per l’ambiziosa Helena Rubinstein, che allo scoppio della prima guerra mondiale fece di nuovo la valigia e, insieme al marito e a due figli, partì alla volta di New York, dove trovò la sua più temibile avversaria ad aspettarla: Elizabeth Arden. Ma Madame non si fece intimorire: iniziò a insegnare la bellezza anche alle dive di Hollywood, fondò il suo primo salone di bellezza maschile, continuò a creare e vendere prodotti anche durante la seconda guerra mondiale, poi tornò in Europa per ricostruire i saloni distrutti dal conflitto.
Madame Rubinstein lavorò sempre, senza sosta, fino al giorno della sua morte, arrivata nel 1965: aveva 93 anni e il suo concetto di bellezza aveva conquistato ben 30 paesi nel mondo
Helena Rubinstein: dal 1902 al servizio della bellezza
La storia di emancipazione, riscatto sociale, innovazione, ambizione e determinazione che vi abbiamo appena raccontato è inscindibile dalla storia del brand che oggi conosciamo tutte e che porta il nome della sua fondatrice: Helena Rubinstein.
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Dal 1902 a oggi sono passati tanti anni, per l’esattezza 115, e in tutto questo tempo il marchio Helena Rubinstein ha creato la storia di bellezza delle donne. Partita dal nulla, la visionaria Helena inventò la prima crema idratante Valaze (1900), quella che aveva portato con sé per terra e per mare e che aveva fatto la sua fortuna, aprì il primo istituto di bellezza moderno (1902), creò il primo trattamento con l’ausilio dell’elettricità (1907), la prima classificazione per tipo di pelle (1910), la prima maschera agli ormoni (1934), il primo trattamento anti-età (1956).
Helena Rubinstein cavalcò anche la passione per il make-up che si andava diffondendo inventando il primo mascara waterproof (1939), il primo mascara automatico (1958), un fondotinta alle fibre di seta, un fard, una cipria colorata per opacizzare il viso. E non dimentichiamo la sua innovazione in campi quali la bellezza maschile o la beauty therapy per i malati.
2018. Un anno ricco di sorprese e innovazioni
Attualmente Helena Rubinstein è stato rilevato da L’Oréal, che dal 1988 incarna la filosofia e l’ambizione che diedero vita al marchio. Così, con la mission di offrire alle donne tutto il potere della bellezza, L’Oréal ha permesso a Helena Rubinstein di sviluppare prodotti ancora più complessi, come il primo trattamento alla vitamina C pure, il primo trattamento effetto lifting, i trattamenti a base di cellule staminali vegetali o gli interventi cosmetici su misura.
E non è finita qui: il 2018 sarà un anno ricco di sorprese e innovazioni per Helena Rubinstein, che darà vita a nuovi, inperdibili prodotti. Primi fra tutti, i nuovi arrivati che vanno a completare la linea Powercell, diventeranno i nostri alleati numero uno durante la nostra frenetica vita cittadina. Sappiamo tutte che i ritmi di vita frenetici e stressanti intaccano l’energia auto-rigenerativa della pelle, ma poche sono a conoscenza del fatto che questa scoperta è stata fatta proprio dai laboratori Helena Rubinstein. Per questo, il brand potrà presentare a gennaio una nuova beauty routine formata dalla crema notte ricostituente Night Rescue, dalla maschera anti-inquinamento Anti-Pollution Mask e dall’illuminatore contorno occhi 24h Eye Care.
A febbraio invece arriveranno tre nuovi trattamenti della linea Re-Plasty: l’attivatore di luminosità Light Peel, l’innovativo siero in crema schiarente Laserist e il siero idratante e antiossidante per le labbra Age Recovery Lip Soak. Per l’estate, infine, potremo divertirci con il nuovo make-up firmato Helena Rubinstein: verranno infatti lanciate sei nuances di The Essentials Lipgloss, sei di ombretto in crema The Essentials Cream Shadows e il mascara Lash Queen Sensual Blacks. Ne riparleremo prossimamente.
La particolare attenzione dedicata all’innovazione non si sostituisce in alcun modo al piacere dei sensi: in Helena Rubinstein infatti tuti i trattamenti vengono studiati per trasformare l’applicazione in un’esperienza sensoriale attraverso texture piacevoli e gestualità esclusive.
115 anni di Helena Rubinstein: più di un secolo di innovazione
“Non esistono donne brutte ma solo donne pigre”, rivelava Madame Rubinstein: lei, che bella non lo era mai stata, era diventata comunque un’icona di seduzione grazie alla sua dedizione alla bellezza. “Se le donne dedicassero 30 minuti al giorno alla loro bellezza, lavorando bene, guadagnerebbero 5 anni”, spiegava ancora Madame, come ha voluto sottolineate anche la scrittrice e giornalista Michèle Fitoussi nella biografia dal titolo Helena Rubinstein, la donna che inventò la bellezza (ed. Cuzzolin). Non a caso oggi Helena Rubistein è un marchio premium dedicato principalmente ai trattamenti antietà, basati sui principi di protezione, idratazione e innovazione che Helena in persona insegnava già ai primi nel 1900.
Helena Rubinstein oggi
E, per continuare a percorrere la strada segnata da Madame più di un secolo fa, c’è bisogno di qualcuno che abbia un’energia incredibile e uno spirito incrollabile, proprio come Helena Rubinstein. Questo qualcuno, da dieci anni a questa parte, è Elisabeth Sandager, direttore di Helena Rubinstein, chiamata non a caso “Prodigious Women”.
“Abbiate uno spirito combattivo, continuate ad arrampicarvi e fate solo ciò in cui credete pienamente. Non mollate mai” è il motto di Elisabeth Sandager, che ha iniziato la sua carriera proprio con L’Oréal. Elegante, radiosa, determinata e mossa dal mantra “tutto è possibile”, noi pensiamo che, se Madame Rubinstein avesse potuto scegliere il suo successore alla direzione del suo impero, avrebbe scelto proprio Elisabeth Sandager. Parlando a nome del brand, il direttore oggi può affermare che “ogni giorno, ci nutriamo del patrimonio straordinario tramandatoci dalla nostra fondatrice per concepire le innovazioni di domani. Il percorso e il temperamento di Helena Rubinstein ci spingono quotidianamente a dar prova di audacia, a liberarci dalle convenzioni per offrire alle donne il potere della bellezza. È un onore per noi poter celebrare i 115 anni della marca. Siamo fieri della nostra storia e della nostra evoluzione. E continuiamo a lavorare per esserne fieri domani”.
Federica Miri
SOCIAL FB http://www.helenarubinstein.com/it/ @helenarubinsteinIT #HelenaRubinstein #InspiringWomen #BeautyAdvice
Helena Rubinstein: 115 anni di bellezza Helena Rubinstein compie 115 anni: vogliamo celebrare il compleanno dell’impero creato da Madame raccontandovi la sua storia fatta di intuizioni geniali, coraggio, bellezza e innovazione…
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